Cos’è l’ansia?
Con il termine ansia, in generale, si indica un complesso di reazioni emotive che si manifestano in seguito a uno stimolo che avvia aspettative negative.
L’ansia aumenta quando la persona valuta il pericolo come imminente e grave, mentre diminuisce quando il soggetto sente di poter gestire la situazione. Tale emozione è considerata una reazione adeguata se innescata da un pericolo reale e se scompare quando il pericolo viene a cessare, stimola il soggetto ad agire, anche se, oltre un certo limite, può determinare un’interferenza più o meno grave sulle capacità dell’individuo di affrontare la situazione e, più in generale, alcuni aspetti della quotidianità.
Ansia: quando diventa invalidante?
Le reazioni d’ansia non si scatenano soltanto quando la situazione minacciosa mette a repentaglio la nostra incolumità fisica, ma anche in una gran quantità di situazioni in cui la fonte di pericolo non può essere affrontata adeguatamente con un attacco o con una fuga.
Benché l’ansia sia parte della natura umana e benché tutti provino ansia in varie circostanze della vita, una certa dose di ansia accompagna ogni esperienza nuova. Per alcune persone questa emozione può diventare un problema, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi personali.
La reazione d’ansia diventa disfunzionale, quando il livello d’intensità raggiunto dall’individuo non è proporzionato all’entità della situazione minacciosa e quando non esiste più un reale pericolo. In queste circostanze, l’ansia non è più un meccanismo di sopravvivenza, ma una reazione inappropriata a situazioni che non richiedono l’attivazione del meccanismo attacco-fuga. Si assiste a un’attivazione emotiva che è eccessiva per quanto riguarda la frequenza con cui si verifica, l’intensità con cui si manifesta e la durata.