Grande partecipazione martedì 31 gennaio in occasione del secondo appuntamento con il ciclo di conferenze organizzato dal Polo Saronnese di Psicologia,“Se la mente va in tilt: effetti del trauma e di eventi stressanti”, promosso da “T-Care”, equipe specializzata nell’ascolto e nella rielaborazione delle esperienze traumatiche. La serata è stata condotta dal Dott.Fabio Furlani, medico e psicoterapeuta, esperto di tematiche riguardanti trauma e dissociazione, terapeuta esperto e supervisore EMDR e psicoterapeuta in Psicotarapia Sensomotoria, rappresentante italiano della European Society for Trauma and Dissociation (ESTD).
Il dott. Furlani ha affrontato il tema del trauma psichico, di per sè molto ampio e complesso, con grande chiarezza, esplorandone diversi aspetti e descrivendolo da differenti prospettive, tra cui quelle neurofisiologica e psicobiologica.
Trauma: cos’è?
Si parte con la definizione di trauma, un evento che compromette il consueto modo di vivere e vedere il mondo e che produce un impatto negativo sulla persona che lo vive. Lo stesso evento, vissuto come traumatico da un soggetto, può non esserlo per un altro: ciò che caratterizza l’esperienza del trauma è la percezione di sofferenza soggettiva che produce. Non tutte le persone che vivono un trauma reagiscono allo stesso modo. Le reazioni possono essere molto diverse da soggetto a soggetto: è possibile che si verifichino un completo recupero e il ritorno ad una vita normale in un breve periodo di tempo, così come l’incapacità di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento traumatico. Ciò che emerge è che l’evento traumatico rappresenta un’esperienza soverchiante, che compromette le risorse della persona che lo vive e che agisce sul soggetto in maniera incisiva, penetrando nella sua psiche e agendo sulla sua personalità.
Un trauma può interferire in profondità, modificando in modo radicale la «biologia» e la «psicologia» di un individuo.
Trauma e dissociazione
Uno dei principali temi affrontati nel corso della serata è stato quello della dissociazione, termine con il quale ci si riferisce ad una serie di sintomi, spesso correlati a esperienze traumatiche, caratterizzati dalla disconnessione di funzioni cognitive normalmente integrate fra di loro quali memoria, coscienza, identità, percezione e rappresentazione corporea.
A tutti capita di vivere momenti di dissociazione: questo accade ad esempio quando guidiamo e arriviamo a destinazione senza accorgercene o quando siamo talmente assorti in ciò che stiamo facendo da perdere la cognizione del tempo. Queste esperienze dimostrano che siamo in grado di farci coinvolgere dalle nostre fantasie e di riprendere il controllo delle nostre funzioni mentali. La dissociazione derivante dal trauma è invece molto diversa, perché finisce per rappresentare un aspetto rigido e strutturale della personalità.
L’esperienza traumatica vissuta non riesce a essere collocata nel sistema ordinato di memorie e non viene integrata con le altre informazioni e i significati che un individuo normalmente possiede e che compongono il senso di sé. Altre volte lo stato dissociativo scompone la memoria degli eventi traumatici nelle sue diverse componenti, impedendone una registrazione unitaria. Ciò che caratterizza le memorie intrusive traumatiche non è la loro numerosità, ma è la sofferenza ad esse associata, connessa al vissuto di disperazione e alla percezione di non avere più un contesto di riferimento.
Trauma: cosa succede a livello neurofisiologico
Il concetto di trauma è stato anche descritto attraverso una prospettiva neurofisiologica.
Lo stress vissuto a causa di un’esperienza traumatica favorisce l’insorgenza di alcune disfunzioni nell’attività cerebrale:
- una maggiore reattività del sistema noradrenergico, con conseguente maggior rilascio di noradrenalina: ciò crea una condizione di ipersensibilità verso le informazioni collegate al trauma;
- la sovrastimolazione dell’amigdala: l’amigdala è l’area cerebrale implicata nella regolazione delle emozioni e della memoria. In seguito a un trauma essa si attiva e dà origine a una percezione di allerta sempre elevata;
- ipoattivazione dell’ippocampo: l’ippocampo è la regione cerebrale che ci permette, non solo di ricordare il contenuto di un’esperienza, ma anche di contestualizzarla correttamente. Un trauma produce un aumento del glucocorticoide (un ormone dello stress), che impedisce all’ippocampo di consolidare correttamente le memorie.
Trauma: cosa succede a livello psicobiologico
Da una prospettiva psicobiologica invece, due sono i sistemi motivazionali interpersonali coinvolti nella risposta al trauma: il sistema di difesa e il sistema di attaccamento. In situazioni di pericolo questi due sistemi agiscono in cooperazione: quando ci si sente protetti si attiva il sistema di attaccamento e si inibisce quello di difesa; quando si vive un’esperienza di minaccia, invece, il sistema difensivo si attiva al punto da provocare l’alterazione della regolazione delle emozioni e dei significati personali.
Trauma psicologico e sintomi
La parte conclusiva della serata è stata dedicata alle domande e alle curiosità formulate da alcune delle persone presenti, che hanno permesso l’introduzione di altri temi molto interessanti.
Sono stati introdotti anche i concetti di depersonalizzazione (esperienze di irrealtà e distacco, o sensazione di essere un osservatore esterno rispetto al proprio corpo o ai propri pensieri, sentimenti, sensazioni, azioni) e di derealizzazione (esperienze di irrealtà o di distacco rispetto a un ambiente).
Trauma e EMDR
Si è parlato di EMDR, una tecnica psicoterapeutica utile per il trattamento di disturbi causati da eventi traumatici che utilizza i movimenti oculari alternati, o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra, per permettere una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali, consentendo di elaborare e reintegrare le memorie traumatiche.
Il seminario è stato seguito con molto interesse e coinvolgimento, come dimostrato dai numerosi spunti di riflessione emersi dal confronto nell’ultima parte della serata.
Dott.ssa Paola Marinoni
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale